Come noto, infatti, per via del naturale invecchiamento biologico la pelle tende a ritardare i suoi processi di costante rinnovamento, perdendo di elasticità e tono. Il risultato di questo processo è rappresentato dalle rughe, dalla lassità cutanea e da altri inestetismi della pelle.
La biorivitalizzazione è anche nota come biolifting sebbene vi siano delle differenze sostanziali tra il filler e la biorivitalizzazione stessa. Con i filler la biorivitalizzazione condivide l’iniezione sottocutanea di sostanze come l’acido ialuronico ma, mentre i filler hanno la responsabilità di “riempire”, nella biorivitalizzazione la funzione è quella di idratare e stimolare la produzione di collagene ed elastina.
Dal punto di vista tecnico, la biorivitalizzazione è un trattamento divenuto possibile grazie allo sviluppo di metodologie innovative di ultima generazione. Sul piano pratico, la biorivitalizzazione viene eseguita con microiniezioni a livello dermico con aghi molto sottili da 30/33 G in regime ambulatoriale. Sebbene il trattamento sia poco invasivo e doloroso, con le sostanze iniettate si somministra, in alcuni casi, anestetico locale per favorire una maggiore tolleranza dell’intero processo.
Il trattamento ha una durata di 10/20 minuti mentre l’arrossamento della pelle, così come i piccoli edemi, dovuti all’intervento si riassorbono nell’arco delle ore successive. L’utilizzo della penna dermica riduce la portata degli effetti sulla pelle ed accelera il processo di recupero dall’eventuale dolore localizzato e dall’arrossamento. Le sedute devono essere ripetute a distanza di 20 giorni fino a compiere un ciclo di 3 sedute, in base alle necessità stabilite dal medico estetico.