Difatti, in seguito alla sua somministrazione per via sottocutanea, l’anidride carbonica sembra essere in grado di incrementare il flusso ematico locale mediante:
L’aumento della sfigmicità arteriolare e metarteriolare, ossia l’aumento della dilatazione e della ritrazione delle pareti elastiche di arteriole e metarteriole, che favorisce la spinta del sangue dal flusso ematico al microcircolo.
Il rilassamento delle cellule muscolari lisce presenti a livello degli sfinteri precapillari.
Gli effetti dell’anidride carbonica, tuttavia, non finiscono qui. Questo gas, infatti, agisce anche a livello del tessuto adiposo.
La somministrazione dell’anidride carbonica nel tessuto sottocutaneo avviene mediante aghi sottilissimi (monouso e sterili), che sono collegati tramite tubi sterili a un apposito apparecchio che eroga il gas. Quest’apparecchio è dotato di un serbatoio, all’interno del quale è contenuta l’anidride carbonica sterile, e di un flussimetro che ne regola la fuoriuscita. La velocità con la quale l’anidride carbonica fuoriesce e la quantità di gas iniettato devono essere stabilite dal medico.
La durata di una singola seduta può variare dai 15 ai 30 minuti, in funzione del tipo di disturbo che si deve trattare e della sua gravità. Per ottenere risultati apprezzabili, tuttavia, una singola seduta di carbossiterapia non è sufficiente, ma è necessario eseguire cicli terapeutici composti da diverse sedute.